Bambini e Web, la conferma di un arretramento educativo dei genitori

DiGianfranco

9 Gennaio 2023

Bambini e Web. in famiglia nascono i problemi, confermando la débâcle educativa dei genitori. Due articoli di quotidiani illustrano il disastro

Bambini e Web, i problemi iniziano in famiglia

Bambini e Web. Il rapporto inizia in famiglia, grazie alla complicità, non sempre consapevole, dei genitori. Le generalizzazioni sono sempre fuorvianti. Esiste, però un problema. Spesso la scuola, e non solo, devono tentaare di rimediare a questo ritiro educativo dei genitori. P. Crepet, psicoperauta noto per le sue posizioni senza se e senza ma, analizza la situazione, partendo da altre vicende. “Quando il buonismo educativo è così pregnante, non va bene. Noi non abbiamo più figli, ma piccoli Budda a cui noi siamo devoti, e per  cui possono fare tutto. Scelgono dove andare a mangiare, in quale parco giochi. Siamo diventati genitori che dicono sempre di si. Ma questo è sbagliato. Esposti. Quando diventeranno grandi ci sarà qualcuno che gli dirà di no. Magari alla prima frustrazione amorosa. Magari al primo lavoro. I genitori vanno al primo incontro di lavoro del figlio di 26 anni. Poi c’è gente che non manda i figli all’Erasmus perché fa freddo. Sono un disastro questi genitori. Non possiamo generalizzare, ma in molti casi è così (Tagadà, La7).
Nei genitori si evidenzia un atteggiamento ambivalente: Da una parte un’attenzione, spesso iperprotettiva e accondiscendente su tutto, dall’altra gli stessi genitori consegnano in tenera età ai propri figli dispositivi di cui non conoscono le potenzialità. I due atteggiamenti sono spesso accomunati dalla convinzione che gli oggetti possono esaurire ed esprimere la loro affettività e attenzione verso i piccoli Budda.

Due articoli confermano lo scenario

Ho citato P. Crepet. Altre conferme provengno da due quotidiani Il Messaggero e La Stampa (8 gennaio) che illustrano due sfumature del grande nodo che caratterizza l’infanzia. Il giornale romano titola “Bimbi iperconnessi: <<Diventeranno violenti>>“; il secondo, invece presenta un interessante articolo “Appena nati già tutti online mamme e figli senza privacy“.
Nel primo contruibuto si afferma che il 60% dei genitori intrattiene i figli anche piccolissimi con gli smartphone. Secondo gli esperti le conseguenze sono preoccupanti e possono sintetizzarsi nell’incapacità dei bambini a gestire le frustrazioni e a ritirarsi gradualmente dalla vita reale, preferendo quella online. Da qui il diffondersi della gemnerazione Hikikomori.
L’articolo del quotidiano torinese, invece  analizza in modo efficace una tendenza molto diffusa nel nostro tempo; la vetrinizzazione. Il fenomeno può riguardare il singolo soggetto (il corpo, le narrazioni, le esperienze…)  Purtroppo il fenomeno può coinvolgere anche terze persone, come i piccolissimi fotografati dal genitore. Il tutto si conclude con la pubblicazione nel Web, dimenticando che questo mondo virtuale non dimentica nulla. Questa immortalità del dato fotografico può diventare nell’immediato e in prospettiva un problema per il bambino, grazie alla mercificazione operata nel Dark Web.
Per M. Cinquetti (Presidente della Società italiana di Pediatria condivisa (Sipec) occorre rieducare i genitori, rendendoli consapevoli dei danni psicologici, relazionali e delle dipendenze che i dispositivi possono creare. M. Cinquetti però avverte che la funzione genitoriale è divenuta più complessa, non potendo più fare affidamento sul passato in un presente divenuto liquido e chiuso al futuro.