Internet, maggiori attenzioni per i minori e per i baby influencer

DiGianfranco

12 Maggio 2022

 

Internet, sempre più attenzioni per i minori. L’iniziativa è del Ministero della Giustizia. Alcune buone idee. Una sola criticità.

Internet, minori da tutelare

Internet, meglio il Web rappresenta una grande Agorà dove lo spazio e il tempo e l’informazione si configurano e vengono proposti in modo nuovo rispetto a quello sperimentato nel mondo fisico. Viviamo in un onlife sempre più invasivo e pervasivo (L. Floridi). In molti casi il corpo e il suo linguaggio pongono a tutti nuove sfide.  In questo contesto cadono le differenze tra immigrati e nativi digitali (M. Prensky), in quanto nessuno può dirsi realmente competente a gestire il linguaggio del corpo digitale (E. Dhawan, 2022). Stiamo imparando!
I nostri ragazzi si trovano qualche gradino più sotto. Essi vivono l’iniziazione digitale disordinatamente e senza la guida degli adulti. Il motivo è semplice: molti di essi sono in difficoltà a gestire criticamente la dimensione virtuale. Spesso la formazione è data dal tam-tam, dal flusso delle informazioni disorganizzate offerte su un piano peer to peer.
Sicuramente il loro battesimo virtuale è pieno di insidie e pericoli. In alcuni casi questi trovano la loro sponda nell’irrefrenabile desiderio di entrare nel mondo digitale, fortemente attrattivo. Questa condizione porta il bambino e il ragazzo a violare con la complicità dell’adulto alcune regole.
Per ridurre questi e altri pericoli nei giorni scorsi è stato aperto un Tavolo tecnico del ministero della Giustizia sulla tutela dei diritti dei minori nel contesto dei social network, dei servizi e dei prodotti digitali in rete. Il Tavolo ha visto la partecipazione di tre Autorità: Agcom, Privacy, Infanzia e adolescenza. Il documento prodotto risulta interessante. Operativamente sono emerse alcune proposte, che hanno come riferimento la tutela del minore, spesso lasciato da solo dai genitori a gestire la complessità dei social.
La prima costringe questi ultimi a dotarsi di sistemi di indentificazione più sofisticati (age verification), finalizzati ad aumentare la difficoltà di accesso e  fruizione dei contenuti da parte dei bambini o preadolescenti con età minore di 14 anni.
Una seconda proposta è finalizzata a suggerire norme più severe per regolare la gestione dei profitti dei baby influencer. Il riferimento è la Francia che ha recentemente dato il via libera a un provvedimento legislativo che prevede che sia l’autorità giudiziaria a verificare i profitti realizzati dai minori con la loro attività di promozione online. In questo modo si cerca di disincentivare quei genitori che pensano di poter gestire liberamente spendere i soldi guadagnati attraverso l’attività in rete dei propri figli“.

Il diritto all’oblio difficile da attuare

Di difficile attuazione invece la possibilità data al minore, una volta cresciuto, di imporre ai propri genitori la rimozione delle foto dai propri profili. L’operazione avverrebbe qualche anno dopodando l’illusione di un azzeramento di ogni traccia del soggetto richiedente. E’ un’illuaione! Tutti conosciamo che la condivisione rende impossibile l’eliminazione di ogni foto, video dal web. Da qui la nuova condizione postmoderna di una immortalità virtuale. Non sempre ricercata o perseguita, soprattutto se avviata quando nulla poteva il soggetto coinvolto.