La condizione dei docenti, in una storia la reale rappresentazione

DiGianfranco

9 Febbraio 2023

La condizione dei docenti. La storia di un’insegnante presenta la realtà diversa da quella proposta nei convegni e corsi di aggiornamento

La condizione dei docenti, una storia senza fronzoli dice tutto

La condizione dei docenti. Attualmente è circondata da bassa considerazione sociale ed economica. Fondato il sospetto che la situazione non cambierà. Difficile ipotizzare anche il profilo della scuola, ormai esposta alla realtà 2.0, 3.o e…. Intorno a lei avanza il post-umanesimo, la società liquida e il contesto postmoderno.
Comunque per tornare all’oggi, ritengo che il profilo dell’insegnante, fuori dai salotti rassicuranti della formazione e aggiornamento, sia ben rappresentato da questa storia.

Putroppo è così….. di Annachiara Piffari.
Sono andata da un notaio, l’altro giorno.
Mentre stava facendo il suo lavoro, gli ho contestato che lavorasse “solo al mattino” e che non sapesse fare bene il suo mestiere, in quanto IO avrei fatto così e cosà.
Mi ha intimato di uscire dal suo studio.
Poi sono andata dal medico e mentre mi visitava mi sono fatta da sola la diagnosi e contestavo la sua, e intanto mi prescrivevo i farmaci. Anzi, gli ho detto che non era abbastanza “inclusivo”, dal momento che non mi permetteva di compilare le ricette.
Mi ha chiesto di cambiare medico.
Poi sono andata al supermercato e alla cassa ho detto alla cassiera di spostarsi perchè non mi fidavo e ho cominciato a battere io gli scontrini.
Hanno chiamato la guardia giurata.
Poi sono andata dall’oculista, e siccome mi ha detto che sono miope e avrei avuto bisogno di occhiali mi sono incazzata e gli ho detto che era lui che non sapeva usare gli strumenti.
Mi ha detto di rivolgermi altrove.
Poi sono andata dalla sarta, e siccome sono convinta di essere una silfide, quando mi ha detto che ho una taglia 44 non ci ho visto più e le ho dato dell’incompetente.
Mi ha restituito stoffa e modelli.
Sono salita sull’autobus, mi sono messa vicino al guidatore e lo consigliavo sull’itinerario migliore, sulle marce, su quando e come frenare.
Ha aperto le porte e mi ha detto di scendere.
Il giorno dopo hanno operato mia suocera. Sono entrata in sala operatoria e davo consigli al chirurgo… “Sutura lì”, “Recidi là”, “No, qui meglio la pinza”…
Mi hanno sbattuta fuori a calci in culo.
A cena sono andata al ristorante, e ho preteso di sapere dal cuoco dove avesse comprato gli ingredienti, come li avesse cucinati, perchè avesse scelto una certa disposizione sul piatto. Ho rotto il cazzo pure sul sale, che per me è meglio quello dell’Himalaya.
Quando ho pagato il conto mi hanno detto che da quel momento io ero “Cliente sgradita”.
POI SONO ANDATA A SCUOLA, DAGLI INSEGNANTI DI MIO FIGLIO.
E FINALMENTE HO POTUTO FARE E DIRE QUELLO CHE MI PAREVA.
Insegnante, Annachiara Piffari