Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’integrazione non sorprende

DiGianfranco

26 Ottobre 2022

Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’aggiornamento della dicitura ha scandalizzato molti. Se si considera la biografia della Premier e il mondo culturale della destra, però non sorprende

Ministero dell’Istruzione e del Merito, non spudisce conoscendo G. Meloni

Ministro dell’Istruzione e del Merito. La Premier G. Meloni ha aggiornato la carta d’identità del dicastero. L’aggiunta non è di poco conto. In altri termini, l’integrazione lancia un messaggio molto chiaro: dare un’identità chiara (destra) e inequivocabile al dicastero.
La decisione ha provocato immediatamente la reazione delle opposizioni e nello specifico del mondo della scuola. Reazione che lascia perplessi. Era sufficiente leggere Io sono Giorgia. Scorrendo i capitoli, ognuno dei quali propone un frammento della sua personalità (Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre…), esce fuori un profilo forte, volitivo e sicuro del proprio mondo valoriale, sintetizzato in questo passaggio:  “Io sono di destra; lo dico, lo ripeto negli incontri pubblici e privati. Lo rivendico con l’orgoglio e la dignità con cui si rivendica un’identità, un’appartenenza vissuta. Anche sapendo che definirsi tale significa immediatamente essere esclusi dai circoli dell’élite, dai salotti radical chic che imperversano in Italia; significa attirarsi l’ostilità e il disprezzo di buona parte del mondo dei media, degli intellettuali, degli accademici, degli astratti custodi di verità imposte; significa essere additati come oscurantisti, reazionari nella migliore delle ipotesi; nella peggiore, come portatori di un virus d’intolleranza o di razzismo”.
Da qui risulta inevitabile e non soprendente la scelta di marchiare con il timbo della destra alcuni dicasteri, come quello dell’Istruzione.

La destra ha sempre guardato l’art. 34

Fatta questa considerazione, il nuovo profilo è coerente con l’art. 34 della nostra Costituzione: “La scuola è aperta a tutti… I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Siamo di fronte a un’uguaglianza in entrata, caratterizzata dalla stessa linea di partenza o diritto di accesso a scuola (uguaglianza formale). Poi  i risultati dipendono dalle capacità individuali. E qui entra in gioco una sorta di selezione di soggetti che riescono meritevolmente a raggiungere i livelli più alti dell’istruzione. In questo senso deve essere letta la dichiarazione di G. Meloni” uguaglianza e merito non sono uno avversario dell’altro, sono uno fratello dell’altro”.
In genere l’opposizione di sinistra, cavalcando strumentalmente la protesta proveniente dalla scuola, non può presentarci con la carta d’identità della coerenza. Innnazitutto il suo punto di riferimento è sempre stato l’art. 3 comma 2 (uguaglianza sostanziale): “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”
Detto questa la sinistra fucsia (D. Fusaro) che ha annacquato il colore rosso della sinistra, dimenticando i diritti sociali a vantaggio di quelli civili (S. Wagenknecht, Contro la sinistra neoliberake, Fazi Editore) ha in questi anni sponsorizzato e applicato la politica scolastica della destra. In alcuni casi confermando alcune scelte (Riforma gelmini), in altri casi sostenendo alcune scelte governative (Legge 107/15). Ha scritto il marxista puro E. Bloch ” Per far accettare al popolo della sinistra le rifome della destra, è sufficiente colorarle di rosso
Gridare al tradimento della Costituzione per una scelta coerente, ma prevedibile significa distrarre l’attenzione dalle proprie responsabilità di aver fatto poco per rendere la scuola realmente inclusiva.