P. Bianchi, l’intesa mancata con la scuola

DiGianfranco

8 Luglio 2022

 

P. Bianchi, la dichiarazione delle rifome fatte. Trionfalistico. Dimentica, però quelle che occorrono alla scuola. Con la scuola reale è confermata la distanza.

P. Bianchi, ottimista e trionfalistico

P. Bianchi. Le sue dichiarazioni sono sempre improntate all’ottimismo e direi anche al trionfalismo. L’ultima dichiarazione, riguardante il PNRR  lo conferma. “Dovevamo fare una riforma entro giugno, ne abbiamo fatte tre. Spesso in Italia, si fanno polemiche autoflagellanti e poi all’estero si scopre che abbiamo una immagine migliore di quello che pensavamo. Abbiamo accolto 30 mila allievi ucraini nelle scuole italiane, abbiamo una attenzione a non lasciare indietro nessuno… Il Pnrr ci permette di affrontare alcune tematiche, non di risolverle tutte: non riusciamo a fare interventi per tutte le 44 mila scuole che abbiamo, ma abbiamo iniziato a mettere dei paletti. Dei 12 miliardi a disposizione già
per bando ne abbiamo attribuiti 10. Una competenza da richiedere è quella digitale: l’obiettivo è formare 650 mila docenti entro il 2026. Non un euro viene disperso nè dato a pioggia: si facciano meno polemiche, fanno male al Paese”

La situazione attuale richiede altro

Ovviamente il Ministro fa il suo alvoro. Tenta di infondere ottimismo a una categoria (personale scolastico) silenziosa, ma generalmente scoraggiata e avvilita. Basterebbe che egli si mettesse in ascolto per intercettare il malessere che caratterizza il personale scolastico. Probabilmente egli si basa anche sulla base adesione agli ultimi due scioperi importanti (10 dicembre 2021 e 30 maggio 2022) che hanno registrato basse percentuali di adesione (6% e 20% ca). I dati però possono fuorviare perché la non partecipazione può avere motivazioni  diverse  dal dissenso  sui temi dello sciopero.
Comunque il Ministro non cita due temi molto sentiti dai docenti: la riduzione degli alunni per classe che impedisce di fatto ogni percorso inclusivo e l’installazione dei sistemi di ventuilazione e di ricambio dell’aria. Il primo sembra ormai dimenticato. Il Ministro non lo considera un problema e comunque il sovraffollamento sarà ridotto con il decremento demografico. Il secondo è stato abbandonato dal Governo che doveva entro la metà di marzo (Legge 11/22) emanare un protocollo, affidato al Ministero della Salute.
La distanza tra le riforme di Bianchi e le richieste del personale scolastico, che ogni giorno sperimenta l’aula, certifica la distanza tra il vertice e la scuola reale.
In generale P. Bianchi è di area Pd espressione della sinistra liberale che ha dimenticato i diritti sociali per concertarsi su quelli civili (S. Wagenknecht, D. Fusaro). Lo iusus scholae rappresenta l’ultimo esempio di questo cambio di attenzione. Importante, ma separato dall’obiettivo sociale di migliorare il diritto all’istruzione per tutti.
In conclusione ci troviamo di fromte a una scuola non ascoltata. E questo non apre scenari rassicuranti.