Scuola ed elezioni. Un semplice criterio per il voto utile

DiGianfranco

30 Agosto 2022

Scuola ed elezioni. Le promesse “stellari” dei partiti accompagnate dalla solita criticità. Una disamina di tuttoscuola.it svela il grande imbroglio. Un suggerimento per il voto utile

Scuola ed elezioni, i fuochi d’artificio dei partiti

Scuola ed elezioni. La politica ha ripreso ad interessarsi della scuola. Purtroppo però i diversi programmi propongono spesso l’impossibile. Siamo di fronte alle solite promesse, finalizzate solo ad ottenere il massimo consenso possibile. Diverse testate online stanno organizzando dibattiti e confronti tra le forze politiche. Il risultato per chi ha seguito le politiche scolastiche degli ultimi anni è rabbia, frustrazione e disilluzione.
Tuttoscuola.it ha analizzato i programmi dei partiti. L’individuazione della criticità delle risorse finanziarie non è stato particolarmente impegnativo. Sicuramente quello che è scritto mette a nudo le diverse proposte. Si legge: “Pur “fuori dal podio”, le promesse sulla scuola contenute nei programmi elettorali sulla scuola delle principali forze in campo sono numerose (se ne contano almeno 38) ed estremamente impegnative, tali da apparire – messe insieme – un vero e proprio libro dei sogni. Promesse con un peso finanziario non indifferente, dell’ordine di diversi miliardi di euro, che a seguito degli approfondimenti e delle stime elaborati da Tuttoscuola non appaiono compatibili con l’attuale incidenza della spesa dell’istruzione sul PIL (pari nel 2020 al 3,9%, rispetto alla media Ue del 4,7%) e tanto meno con quanto previsto nell’ultimo Nadef (la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, ossia il primo passo verso l’elaborazione della successiva legge di bilancio, che descrive il quadro macroeconomico di riferimento, tendenziale e programmatico, comprensivo dei principali indicatori di finanza pubblica) presentato dal Governo Draghi (che prevedeva una riduzione al 3,5% nel 2025, al 3,2% nel 2035) e dal precedente Governo Conte (3,4% nel 2025, 3,0% nel 2035). Anche l’ultima legge di bilancio ha previsto per i prossimi due anni la riduzione, e non il forte incremento qui prospettato, delle spese per l’istruzione.
Lascio alla lettura personale il resto.

Un criterio per il voto del 25 settembre

La conoscenza dei dettagli che va oltre la semplice propaganda e il facile slogan mette in crisi le poche certezze rimaste in questi anni. Propongo quindi un  semplice criterio per un voto utile: riflettere sui provvedimenti mancati e realizzati dalla politica in questi anni, distinguendo in quest’ultimo caso i provvedimenti  prodotti dalla scuola consultata da quelli suggeriti e imposti da altre agenzie esterne che con il sistema formativo hanno solo un approccio accademico e riduttivo della realtà complessa.
Il voto occorre meritarlo e non concederlo al primo pifferaio di turno. Del resto si parla tanto di merito, quando si parla di scuola, esentando la politica dalla valutazione meritocratica.
Se questo avverrà la scuola invierà un interessante messaggio di maturità verso la comunicazione mediatica, finalizzata a ridurre, semplificare e spesso mistificare la realtà.