Scuola, le solite e ingenue promesse elettorali

DiGianfranco

3 Agosto 2022

 

Scuola. Confronto e idee languono. Le poche idee ripetono lo stesso canovaccio. La politica ritiene di cavarsela con gli annunci.

Scuola, le solite idee e qualche vaga indicazione

Scuola ed elezioni politiche 2022. Il quasi silenzio è calato sull’istituzione scolastica. Il motivo è semplice: il tema non appassiona e probabilmente non fa salire l’audience. In altri termini, la scuola non è determinante per la vittoria finale (elettoriale). Tanti sono gli elettori che sono  fuitori del servizio scolastico, ma il profilo che decide il voto non è suicuramente quello di genitore o studente.
Comunque, grazie ad alcuni portali qualcosa trapela sul precariato e contratto, sulla formazione iniziale, le classi pollaio…. Senza dimenticare le questioni legate all’avvio dell’anno scolastico. Sinteticamente: il Pd difende  l’operato del Ministro Bianchi. Fratelli d’Italia e in parte Azione (Calenda) ne evidenziano soprattutto le criticità . Sul contratto, si resta sul vago, non cadendo questa volta nella trappola dell’annuncio di cifre “stellari”.
Le poche idee di revisione (precariato, classi pollaio e sistemi di ventilazione) sono carenti del riferimento alle risorse necessarie per attuarle. In altri termine ci troviamo di fronte a delle bufale elettorali. Scrivevo qualche giorno fa: “Sono fortememente critico verso E. Fornero, promotrice di una riforma pensionistica che non è servita ad abbassare il debito, ma condivido il metodo che lei ha proposto per smascherare le fake news elettorali: verificare la presenza delle risorse economiche“.

La politica è un “disco rotto”

La sensazione è di ritrovarsi a un déjà vu. La tecnica è stata recentemente ripresa da S. Berlusconi. Ha promesso l’innalzamento delle pensioni minime a 1000€ per tutti, dimenticando che dopo le elezioni del 2008 egli non è riuscito a centrare l’obiettivo.
L’approccio del “disco rotto” può dare l’illusione di essersela cavata, illudendosi di avere interlocutori creduloni. Ovviamente dentro ogni gruppo sociale ci sono persone che leggono o si informano poco. Fortunatamente questi sono sempre meno. Lo sciopero del 30 maggio che ha avuto una bassa percentuale di adesione non deve tranquillizzare i politici. L’80% della non partecipazione è espressione di una scuola disillusa e stanca di lottare. E questo potrebbe avere un peso sulla percentuale dell’astensione finale. Se questo avvenisse non sarebbe è un bel segnale per la democrazia.