P. Crepet, “No al buonismo educativo”. D’accordo, ma…

DiGianfranco

29 Novembre 2022

P. Crepet, conferma la sua posizione, senza se e senza ma. Il problema, però riguarda la famiglia. Sono disposti a camminare insieme e a non contrapporsi alla scuola?

P. Crepet, conferma il senza se e senza ma in educazione

P. Crepet, si conosce il suo pensiero, spesso controcorrente rispetto all’eccessiva attenzione al bambino e al ragazzo. Deriva che ha condotto a un certo lassismo e buonismo educativo, che tendono a giustificare tutto o a medicalizzare qualunque piccolo disagio del ragazzo. Da sempre P. Crepet sostiene che il genitore non può sostituirsi al figlio, fargli da paracadute, frapponendosi tra lui e la complssità della realtà. Lo psichiatra sostiene che l’educazione è privazione, la sola che può favorire la gestione del limite e lo sviluppo del desiderio.
Quindi non sorprende la sua ultima dichiarazione contro il lassismo educativo”È ciò che è stato praticato con risultati terrificanti: crescita dell’abbandono scolastico, 100% di promozioni alla maturità, abbassamento dei livelli di apprendimento. Se si vuole uscire dal sorvegliare e punire dove il senso civile conduce, quale strada dobbiamo percorrere? Si tratta di una domanda troppo importante perché sia lasciata ai soli insegnanti e al ministero”

Alcune considerazioni

Ho riportato la seconda parte dell’intervista. La prima è più politica, inutile per il nostro ragionamento.
La deriva educativa che ha come protagonista il ragazzo, dove è spesso soddisfatto il suo narcisismo e il suo desiderio di campi senza confini, non può essere gestita unicamente dalla scuola o dai docenti. Molti di essi non hanno alcuna voglia di complicarsi la vita con ricorsi amministrativi o giudiziari, spesso sostenuti in piena solitudine.
La questione riguarda, innanzitutto i genitori. Essi devono rendersi conto che i tanti no e i pochi si, favoriscono un profilo fragile, esposto alle ripercussioni delle frustrazioni che la vita prima o dopo impone. E’ inevitabile che arrivi questo momento!
I genitori devono fidarsi maggiormente degli insegnanti ai quali consegnano il loro figlio per un terzo della giornata. Essi devono comprendere che solo il pieno accordo tra famiglia e scuola può favorire la formazione di una personalità adulta e capace di gestire la vita, divenuta ancora  più complessa per via della mancanza di punti di riferimento.
Diversamente la contrapposzione non porta da nessuna parte. L’unica vittima certa è il ragazzo, privato della prospettiva aperta alla crescita, che spesso deve passare per la frustrazione e l’esperienza del limite.