Decreto legge 36/22 e classi pollaio, L. Azzolina non fa cenno al calo demografico

DiGianfranco

22 Giugno 2022

 

Decreto Legge 36/22 e classi pollaio. L. Azzolina interviene con un post. Non fa cenno al calo demografico. Se ne comprendono le ragioni, ma…

Decreto Legge 36/22 e classi pollaio

Decreto Legge 36/22 e classi pollaio. Ieri ho scritto un contributo, nel quale accennavo alla scarsa efficacia dello sciopero e alla partita di giro come strumento governativo per gestire gli aspetti economici di ogni innovazione. E non solo. Ho illustrato l’emendamento presentato dalla maggioranza per finanziare la formazione incentivata. Ho citato un articolo di ItaliaOggi. Qui aggiungo la parte non riportata ” La formazione incentivata sarà finanziata utilizzando i risparmi di spesa che deriveranno dalla riduzione di organico che si verificheranno nei prossimi anni a causa del mancato rimpiazzo dei pensionamenti dovuti al calo demografico“. La relativa voce sostituisce quelle relative alla Carta docente, decurtata del 25% e al taglio dell’organico (10.000 cattedre ca.). L’articolista (E. Consolini) sintetizza quanto si può leggere nel testo emendato (pag. 16)

Il post di L. Azzolina

Ieri mattina L. Azzolina ha postato un commento sul lavoro svolto in sede di discussione sul Decreto Legge 36/22. L’impianto della formazione incentivata resta. Presenta i miglioramenti. Scrive:”Il capitolo scuola del decreto Pnrr2 viene profondamente cambiato. Ed è una buona notizia.Fin dall’inizio, dalle prime bozze circolate su questo testo che contiene una riforma della formazione iniziale e dei concorsi per i docenti, ho portato avanti insieme a tanti colleghi una battaglia serrata per cambiare le tante, troppe, misure insufficienti e in alcuni casi persino dannose del decreto. Dalla lotteria delle prove scritte a crocette ai quasi 12.000 tagli di posti di docenti. Ne ho parlato più volte. E nel pomeriggio di ieri, finalmente, sono state approvate importanti modifiche dalle Commissioni Affari Costituzionali e Istruzione del Senato.
Basta, dunque, con le prove scritte a crocette che hanno solo mortificato i docenti, impedendo a moltissimi giovani preparati di entrare in ruolo. Stop anche ai tagli lineari sul potenziamento. Come avevo spiegato, il decreto più che ridurre il numero degli alunni per classe – che resta l’obiettivo principale – finiva, con il taglio dell’organico, per ridurre le classi.Abbiamo lavorato anche per garantire agli idonei dei concorsi a docente lo scorrimento delle graduatorie. Siamo riusciti, dopo quasi un decennio, a inserire una misura che consentirà ai collaboratori dei dirigenti scolastici delle scuole in reggenza, in aggiunta a quanto già previsto, di avere l’esonero dall’insegnamento, per dedicarsi interamente al miglioramento della scuola.
Infine, viene risparmiata dai tagli previsti anche la carta docenti. Fino al 2023/2024 rimane intatta, il Governo si impegna poi a trovare le risorse per mantenerla integra anche per gli anni successivi.È stato un lavoro difficile. Non è il decreto che avremmo voluto e molti altri aspetti andranno corretti. Ma senza questo intervento il risultato sarebbe stato ben peggiore.”

Una domanda sul post

Ovviamente L. Azzolina mette in risalto gli obiettivi ottenuti. Sono tutti all’insegna della sottrazione o dell’eliminazione delle voci che dovevano sostenere economicamente la formazione incentivata. Mi riferisco alla Carta docente e al taglio dei docenti dell’autonomia. Non dice nulla, però sul decremento demografico sulla parte di emendamento interessato. Se ne comprende il motivo, se si pensa che la sua battaglia politica identitaria è stata l’abrogazione delle classi pollaio. Se sarà approvato l’emendamento, questo costituirà il De profundis ad ogni tentativo di superare il sovraffollamento delle classi.  Nel post non era meglio scriverlo?