Pugno al prof. Perplessità sulla decesione dell’organo di Garanzia regionale. La condizione dei docenti rappresentata nella frase espressa dallo studente
Pugno al prof. La vicenda e la sua conclusione che sorprende
Pugno al prof. La vicenda è nota. In sintesi: durante l’ora di laboratorio il docente rimprovera uno studente perche continuava a mettere la musica. Tra i due “si era intromesso e aveva cominciato a insultare il docente. «Chi ca… sei tu per dirgli di spegnere?». Mentre si recavano in presidenza, il giovane lo aveva spinto a terra e colpito a calci e pugni, rompendogli il naso”. Inevitabile la sospensione. Prevedibile (purtroppo) anche il ricorso dei genitori all’organo di garanzia interno all’Istituto e poi a quello che fa capo all’Urp. La decisione sorprende, ma va dato merito agli avvocati della famiglia che hanno individuato la criticità. Riferisce Il Corriere della Sera (ed Milano): “L’Urp ha contestato il provvedimento di espulsione definitiva dell’alunno evidenziando «l’esclusione della famiglia del ragazzo dalla composizione allargata del consiglio di classe» e anche «conflitti di interesse all’interno dell’organo di garanzia (della scuola ndr)”. L’organo di garanzia “arricchisce” la sua decisione, evidenziando carenze di tipo psico-pedagogico ” Nell’ammettere il ricorso, l’organo di garanzia regionale spiega anche che il ragazzo, durante la frequenza al Lombardini, non avrebbe ricevuto un adeguato supporto scolastico e che l’allontanamento definitivo avrebbe compromesso irrimediabilmente il suo percorso educativo, in contrasto con ilprincipio del recupero sancito dallo Statuto delle Studentesse e degli Studenti. Il sedicenne, che è seguito da un neuropsichiatra per problematiche certificate, in queste settimane aveva proseguito il percorso scolastico da casa”.
La dichiarazione del Dirigente scolastico
Il giorno dopo la violenza subita dal docente il Dirigente scolastico aveva scritto una lettera dove aveva evidenziato tutto l’impegno dell’istituto verso questi ragazzi, concludendo però che “purtroppo in questo caso il limite era stato superato”
Ora non conosciamo i particolari della vicenda e non lavorando in quell’istituto non possiamo accertare la verità dei fatti. Sicuramente la documentazione presentata dall’Istituto non ha convinto l’organo di Garanzia. La vicenda rappresenta un’ ulteriore conferma di quanto siano importanti i passaggi formali costituiti dalle carte scritte (progetti, iniziative…).
L’attenzione ai documenti, però non deve farci dimenticare gli elementi oggettivi: aggressione verbale e fisica su una persona, prima ancora che docente. la duplice violenza (verbale e fisica) ha violato la sacralità della persona. Come scrivevo qualche settimana fa, il limite costituito dal sacro è oggi insignificante, impalpabile. Pertanto tutto è permesso.
La frase espressa dal ragazzo «Chi ca… sei tu per dirgli di spegnere?» esprime efficacemente la crisi d’autorità che caratterizza il nostro tempo e che ha favorito un malsano rapporto paritario tra il docente e lo studente, il genitore e il figlio. Tutto questo non avviene per caso, è comprensibile all’interno della scomparsa del padre (M. Recalcati) che caratterizza l’individualismo pervasivo dei nostri tempi . Da qui la caduta di prestigio della figura docente ritenuto anche uno sfigato, un babysitter, un privilegiato, un frustrato… In questa confusione di ruoli, dove quello principale (insegnare) è assente, non sorprende la violenza. Purtroppo!