Foto di minori nel Web, la Francia contro lo sharenting

DiGianfranco

6 Marzo 2023

Foto di minori nel Web. Quando sono i genitori a farlo in modo irresponsabile. La Francia mette un secondo paletto

 Foto di minori nel Web, la pessima abitudine genitoriale

Foto di minori nel Web. L’operazione non è compiuta solo dai protagonisti, che confermano il diffuso narcisismo. Quest’ultimo coinvolge anche i genitori. Spesso essi lo fanno in modo compulsivo, favorendo il processo di   vetrinizzazione della loro piccola creatura. Questo porta alla pubblicazione e condivisione di  immagini e video. Il fenomeno prende il nome di  sharenting. L’espressione è poco conosciuta, per via anche del lessico preso a prestito dall’inglese. Il termine è l’unione di share (condividere) e parenting (genitorialità). Il fenomeno  conferma che molti genitori considerano i propri figli come una proprietà privata, retaggio della patria potestà. Occorre aggiungere anche i rischi di una immortalità infantile imposta nel Web e anche dei possibili condizionamenti futuri alla propria reputazione.
Essi dimenticano che sono soggetti, ai quali  vanno garantiti una serie di diritti che devono essere perseguiti all’interno della responsabilità genitoriale.  Tra questi troviamo anche quello all’immagine, tutelato dalla Costituzione (art. 2) e dal codice civile che vieta ogni messa in vetrina di familiari ad eccezione dei casi  “in cui l’esposizione o la pubblicazione è dalla legge consentita, ovvero con pregiudizio al decoro o alla reputazione della persona stessa o dei detti congiunti”.

La Francia mette un secondo “paletto”

Due giorni fa ho pubblicato un contributo su un paletto francese . A questo se ne aggiunge un secondo finalizzato a ridurre la presenza di foto di minori nel Web. L’ammonimento legislativo è rivolto soprattutto a risvegliare la responsabilità dei genitori. Si legge: “Il deputato macronista Bruno Studer è il promotore della proposta di legge. Nel testo cita un dato del rapporto 2018 del Children’s Commissioner for England: «Si stima che un bambino appaia in media in 1300 fotografie pubblicate online prima dei 13 anni, sui propri account, su quelli dei genitori o dei familiari». Sono le fotografie delle vacanze, le immagini della scuola e dello sport postate su Facebook o Instagram, m anche i video condivisi su varie piattaforme. Spesso questi video, soprattutto se i bambini sono in situazioni divertenti o se sono vestiti in modo simpatico. L’Observatoire de la Parentalité & de l’Éducation numérique dice che il 53% dei genitori francesi ha condiviso contenuti riguardanti il proprio figlio, il 43% lo ha fatto fin dalla nascita. Nelle società occidentali oltre il 40 per cento dei genitori nelle società occidentali pubblica foto o video dei propri figli“.
Concludendo, la Francia sta rimettendo al centro il bambino e il ragazzo come soggetti da proteggere dal diffuso narcisismo. Da questo condizionamento  non sfuggono neanche gli adulti, quando pubblicano irreponsabilmente le foto di minori nel Web.