Garante infanzia. “Non prima dei 16 anni sui social”

DiGianfranco

23 Aprile 2024

Garante infanzia

Garante infanzia. Nel 2018 invitava a confermare l’età minima per l’uso dei social indicata nel GDPR (2016/679). Appello inascoltato. Forse però è il momento di un ripensamento

Garante dell’infanzia. Invitava confermare il GDPR

Garante dell’infanzia. L’uso dei social richiede un’adeguata consapevolezza. I rischi sono tanti e spesso sono subdoli, facendo leva anche sul bisogno di apparire e di mostrarsi dell’adolescente. In altri termini, il narcisismo che caratterizza la condizione del ragazzo diventa un cavallo di troia per la sperimentazione di un online non sempre positivo e benevolo.
Sulla delicata questione di una navigazione sicura,  il Garante per l’infanzia e l’adolescenza era intervenuto sei anni fa, invitando il legislatore a confermare l’orientamento del GDPR (2016/679) specificato nell’art. 8. Sul suo portale si legge: ” È 16 anni l’età minima per poter esprimere da soli, senza l’intervento dei genitori o di chi ne fa le veci, il consenso al trattamento dei dati personali in occasione dell’iscrizione a social, app o altri servizi digitali online“.  Purtroppo il Regolamento europeo ammetteva la possibilità per ogni Stato di decidere diversamente, tenendo però conto dell’età minima dei 13 anni. Il nostro Paese, infatti, con il D.M. 101/18 divenuto “Nuovo codice della pricvacy ha deciso di fissare a 14 anni l’età minima.

Occorre una maggiore prudenza

Non condivido questa scelta. Troppo rischiosa per i quattordicenni che quasi sicuramente sono meno maturi dei sedicenni. Già nel 2018 l’Unicef  denunciava che  “nel mondo, 175.000 bambini e ragazzi si connettono a Internet per la prima volta nella loro vita e, secondo una stima globale, i minorenni hanno un tasso di presenza sul web del 71% rispetto al 48% della popolazione totale. È facile dunque immaginare la mole dei dati condivisi dai più giovani on line, più o meno consapevolmente. Proprio in ragione della minore consapevolezza dei rischi, delle conseguenze e delle misure di salvaguardia nonché dei loro diritti
Purtroppo non siamo soli nella scelta. Il quotidiano ItaliaOggi (23.04.2024) a firma di A. Ciccia Messina presenta un Europa più disponibile a derogare (Spagna, Germania…) ad eccezione della Francia. La situazione va sicuramente meglio in Texas (18 anni), Cina (16 anni), Brasile (sotto i 18 anni).
Sarà il caso di un ripensamento?