Classi pollaio, la loro permanenza non dovrebbe sorprendere!

DiGianfranco

28 Febbraio 2023

Classi pollaio. Non si comprende perché qualcuno si sorprende della loro presenza e aumento. L’amministrazione non  ha funzioni legislative

Classi pollaio, il dato conferma il loro aumento

Classi pollaio. Soluzione organizzativa voluta dall’ultimo Governo Berlusconi (2008-2011). L’intento era di contenere la spesa pubblica. Non fu l’unica trovata del duo Gelmini/Berlusconi (occorre sempre ricordarlo). Il mosaico si completò con altri tagli che portarono il prelievo forzoso sull’istruzione a 8 miliardi di €. Nella storia repubblicana, la riforma Gelmini rappresenta la dieta dimagrante più importante operata  sulla scuola.
A distanza di quasi quindici anni, le classi pollaio sono ancora presenti nell’organizzazione scolastica. Un giorno risulterà interessante leggere uno studio esterno sui danni cognitivi e relazionali subiti dai ragazzi e prodotti da questa iattura.
Tuttoscuola.com pubblica un report sull’anno in corso”Classi pollaio/1: nonostante gli annunci, alle superiori sono aumentate (+24% nelle prime classi)
Si legge”Quest’anno (in cui l’organizzazione del servizio, a partire dagli organici e dalle classi, è stata interamente gestita da Bianchi, in coordinamento con il collega del MEF Franco) le prime classi delle superiori con oltre 27 alunni sono passate dalle 1.981 (7,9% del totale) del 2021-22 alle 2.459 (9,8%): un incremento del 24%!”

Sorpresa? Assolutamente no!

Inteerssante il contributo della testata giornalistica. Il titolo dell’articolo nasconde una certa sorpresa. Non se ne comprende la ragione. L’amministrazione non ha funzione legislativa. Essa deve limitarsi ad osservare le prescrizioni della normativa. Solo il Parlamento o il Governo con un suo provvedimento da far approvare possono modificare la legge 133/08 dalla quale discende il D.P.R.81/09. Gli annunci di P. Bianchi “Bisogna mettere mano al rapporto strutturale tra docenti e studenti” “Abbiamo la conoscenza millimetrica del problema e ci stiamo lavorando con interventi mirati” e ripresi nel contributo valgono zero.
Correttamente l’articolo accenna alla legge di Bilancio 2023 che  “invece di modificare i parametri per la formazione delle classi previsti dal dpr 81/2009 (misura strutturale), si limitava a prevedere la riduzione del numero delle classi pollaio soltanto nelle scuole caratterizzate da valori degli indici di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica, con il rischio concreto di non riuscire a incidere in modo complessivo sul fenomeno. Ed ecco i risultati
Il passaggio conferma la mia tesi: occorre superare il D.P.R.81/09 per vedere la luce in fondo al tunnel!