Daniele Novara e la scuola facile. Non porta a nulla

DiGianfranco

17 Aprile 2024

Daniele Novara e la scuola facile

Daniele Novara e la scuola facile. Conferma il suo approccio facilitato all’istruzione. Parole poco autorevoli.

Daniele Novara e la scuola facile

Daniele Novara e la scuola facile. Il noto pedagogista e attento al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza rilascia una nuova intervista a Orizzontescuola.it. Questa è inframmezzata con rimand al suo lavoro di sei anni fa “Cambiare la scuola si può“. Difficile da “seperto di aula” condividere quanto dichiara. Facile è l’aggettivo che sintetizza l’idea di scuola di D. Novara. Demonizza la lezione frontale con il seguente passaggio “Non solo un evento, un’esperienza indimenticabile. Una scuola, soprattutto nelle secondarie di primo e secondo grado, ancora fortemente basata su metodi frontali che implicano un ascolto sostanzialmente passivo da parte degli alunni…Sono critico perché uccidono la motivazione e l’interesse degli alunni. L’unica cosa che le lezioni hanno prodotto è lo sguardo catatonico degli alunni: ti guardo, caro prof, senza ascoltarti ma tu incautamente pensi che io ti stia ascoltando e gongoli ritenendo che la classe ti stia ascoltando. Invece non ti ascoltano. Con presunzione definisce il suo metodo come efficace per migliorare la scuola. Tranciante nel definire Il giudizio “diventa l’anticamera di una scuola vista come gara, come competizione tra chi arriva primo e chi arriva secondo”
La parte migliore, però è quella dove l’apprendimento è solo orizzontale (studente-studente) e mai verticale (studente-docente), relegando il docente a regista della maieutica “una comunità dove si impara dai compagni, si fanno domande, si sperimenta in laboratorio, si sbaglia e ci si diverte, e in cui l’insegnante agisce come un regista, lasciando il protagonismo ai suoi allievi” L’accostamento con Socrate è inappropriato perché la Verita (maiuscolo) è presente nell’anima delle persone. Essa deve essere “partorita” anche con il contributo dell’adulto.  Nell’insegnamento, invece ogni conquista è una costruzione individuale/sociale. L’apporto dell’adulto è importante, diversamente il nulla è la destinazione!

Alcune osservazioni

Ovviamente son stati riportati i passaggi più significativi. Quanto omesso non cambia però il giudizio sull’approccio facilitante, ludico di D. Novara. Qualche passaggio denota alcune forzature che confermano la poca dimestichezza con la vita quotidiana della classe. Il riferimento è alla lezione che costringe alle risposte predefinite e proposte dal docente. Siamo sicuri che il pensiero divergente sia precluso? L’inevitabile competizione con gli altri che D. Novara vorrebbe bandire, è invece un’ottimo allenamento alla vita reale. Oppure intende far diventare la scuola una bolla che nulla a che fare con gli “spuntoni” dell’esistenza?
Sulla pagina facebook di Orizzontescuola.it quasi tutti i commenti ironizzano, esprimono perplessità, chiedono informazioni su D. Novara (presunto esperto di aula). Il tono dei post rimanda a docenti. Vorrà dire qualcosa?