“Più soldi a tutti i prof.”. Grande titolone, ma andiamo oltre

DiGianfranco

29 Gennaio 2023

Più soldi a tutti i prof.”. il titolone de La Repubblica. Si dimentica un particolare. Prospettiva poco realizzabile

Più soldi a tutti i prof.” Insolito titolone

Più soldi a tutti i prof“. Questo il titolo di apertura del quotidiano La Repubblica. Scelta insolita  se si considera  che il tema occupa le seguenti tre pagine con una riflessione finale a pag. 28 di V. Ardone (docente) Raramente la scuola diventa l’argomento di un grande quotidiano. La scelta però si comprende, consideramdo che La Repubblica fin dalla nascita del Governo Meloni ha scelto una posizione critica. Medesima considerazione si può fare per La Stampa. Da qui l’amplificazione delle criticità governative.
Fatta la dovuta premessa, ben venga questa attenzione, anche se  strumentale, verso la scuola.
Il titolo riprende e amplifica la posizione del Pd e del M5s che sfruttando la dichiarazione del Ministro G. Valditara (stipendi differenziati), attenziona il Governo sui salari inadeguati in relazione anche all’impennata inflazionistica. Il quotdiano annuncia che  il Pd  ha un piano di otto miliardi da concludersi nel 2027 e finalizzato a conseguere l’obiettivo di stipendi europei (Boccia parla di 2000€ netti) per il personale scolastico.

Brevi considerazioni

Innazitutto occorre dire che l’opposizione è costituita da due forze politiche che nella scorsa legislatura hanno governato due volte su tre insieme. In rapporto alle promesse elettorali del 2018, la loro azione governativa ha partorito il topolino. In altri termini, gli aumenti (più precisamente gli adeguamenti) hanno portato a una media di 125€ lordi. Il traguardo è stato raggiunto con cifre non strutturali, bensì con quote aggiuntive e non previste dal D.Lvo 29/93, solo formalmente abolito dal D.Lvo 165/01 (art.72 lettera t). Quindi, per la chiusura del prossimo contratto (2022-24) occorrerà ripartire dalla legislazione vigente che regola i contratti pubblici.
Nulla si dice sulla modalità di superamento della gabbia del D.Lvo 29 che impone adeguamenti al tasso d’inflazione programmata (decisione governativa). Solitamente quest’utltimo è distamte, rispetto al costo della vita reale.
In generale la questione salariale è più complessa ed è legata all’andamento del Pil. A tal proposito si consiglia la lettura del contributo si M. Lisciando su Il Post. Pertanto sarà interessante capire come si reperiranno risorse per la scuola, tenendo presente il Governo Meloni ha sposato la continuità con i governi precedenti. Questa rimanda all’ottimizzazione (più lavoro meno restribuzione), così come ben analizzato da un articolo di C. Raimo (Domani 28 gennaio).