Sciopero 30 maggio, la scarsa partecipazione dice molto del “domani”

DiGianfranco

1 Giugno 2022

 

Sciopero 30 maggio. Purtroppo la percentuale rimane molto bassa. I docenti passivamente sostengono la politica scolastica del governo, in perfetta continuità con quelli che lo hanno preceduto.

Sciopero 30 maggio, la percentuale sull’adesione rimane bassa

Sciopero 30 maggio. Inizialmente il dato era basso (14,4%) poi è subentrata l’illusione che con la copertura totale dell’informative inviate dai singoli istituti, la percentuale delle adesioni potesse salire. Ieri la doccia fredda! Alle ore 16:00 con una rilevazione che comprendeva l’83% degli istituti, il valore in percentuale si discostava di poco, salendo quasi solo di tre punti (17,3%).
La mobilitazione di sei mesi fa si era fermata al 6%. E’ andata meglio rispetto a dicembre, ma sempre al di sotto della soglia del bisbiglio che sicuramente non sarà percepito dal Governo.
Non è facile individuare le cause di questo nuovo crollo di fiducia verso lo strumento sciopero. Disinformazione? Individualismo dei docenti? Scarsa attività dei RSU? Disinteresse e apatia? Queste e altre possono essere le cause di questa nuova débâcle.
Oggettivamente l’83% dei docenti approvano:
1) i contenuti del Decreto 36/22 (reclutamento e formazione obbligatoria ma incentivata solo per pochi);
2) il taglio degli organici di potenziamento che potrà riguardare anche quello di fatto
3) taglio della carta del docente (125 € pro capite)
4) Le classi pollaio che compromettono la personalizzazione.  Gli insegnanti a parole inveiscono contro questa iattura pedagogica, poi però quando si tratta di firmare una petizione popolare, dimostrano una preoccupante tiepidezza.
5) l’inutilità del contratto economico o quanto meno l’accettazione degli spiccioli

Il profilo del docente

Quale profilo docente emerge da questo preoccupante sostegno alla politica scolastica del governo? Riprendo la sintesi spietata di Libero Tassella. L’insegnante si dimostra apatico, indifferente passivo, qualunquista, nichilista… Sono aspetti post-moderni che difficilmente pososno cosistere con il profilo moderno della scuola, aperto al possibile, all’altrimenti. La scuola si avvia con i suoi docenti dalle passioni tristi a completare la sua mutazione in un’agenzia che fa dell’apologia del presente, il suo nuovo paradigma. Se varrà quest’ipotesi avremo un nuovo modello di scuola, variabile dipendente della Tecnica e con operatori che lavoreranno quasi gratis.Sarà inevitabile il  tramonto della scuola della Repubblica, fondata sugli articoli 2, 3 e 34 della Costituzione. Povera scuola!