ChatGPT, il saggio blocco del Garante della privacy

DiGianfranco

2 Aprile 2023

ChatGPT, il software che genera testi quasi umani è stato bloccato dal Garante della Privacy. Giusta decisione

Chap GPT, anticipo del postumanismo

ChatGPT. il sofware che genera testi che possono passare per prodotti umani, sta monopolizzando l’attenzione di molte persone. I suoi fautori lo considerano una delle ultime frontiere dell’Intelligenza artificiale (AI), salutandone l’arrivo. Chi invece lo critica, ne rileva i rischi di un asservimento dell’uomo alla macchina. Scrivevo qualche settimana fa: “La progressiva invasione della tecnologia è una tendenza di fatto. Il filosofo L. Floridi ha scritto molto sull’argomento. Noti i suoi lavori: La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo (2017) e Pensare l’infosfera. La filosofia come design concettuale (2020). Esiste però un livello superiore rappresentato dal postumanismo. Corrente filosofica nata nel primo decennio di questo secolo, può essere declinata anche nel post-dualismo, post-antropocentrismo. In sintesi (molto) il suo intento è quello di andare oltre il profilo umano occidentale (maschio, eterosessuale, cisgender, neurotipico…) per delineare un profilo ibrido contaminato dalla tecnologia (innesti fisici e non solo) e abbracciare la multiforme esperienza umana, superando in questo modo molte dicotomie come uomo/natura, uomo/animale, uomo/macchina… Da qui si comprendono le diverse specificazioni (anti-dualismo…).
Anche il mondo della scuola inizia ad interrogarsi. Senza allarmismi, occorre conoscere il software di OpenAI, nota organizzazione di ricerca sull’intelligenza artificiale. E’ necessario individuarne le potenzialità, ma anche le criticità per migliorare il chatbot, adeguandolo alle esigenze scolastiche

Il software bloccato dal Garante della privacy

L’esponenziale diffisione del software che utilizza un vastissimo database (libri, articoli, trafiletti, contenuti del Web 2.0…)  per generare testi suoi o riassunti…, non poteva essere ignorato dal Garante della Privacy. La sua attenzione è caduta sulla raccolta dei dati, rilevando alcune obiettive criticità. Si legge: si “rileva la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma.”
La sua attenzione, però è rivolta a proteggere i ragazzi che si stanno avvicinando in modo preoccupante e disordinato al software. Il Garante rileva “Da ultimo, nonostante – secondo i termini pubblicati da OpenAI – il servizio sia rivolto ai maggiori di 13 anni, l’Autorità evidenzia come l’assenza di qualsivoglia filtro per la verifica dell’età degli utenti esponga i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza.
Apprezzabile lo stop imposto a Open AI. E’ un segnale interessante in un contesto che sta scivolando in una pericolosa anarchia, dove il diritto alla protezione del dato personale non sempre è adeguatamente considerato. Il Garante della Pryvacy  obbliga il gestore del software a  “comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.